martedì 22 ottobre 2013

Archeologia industriale Lei non sta bene,da tempo. Io vado su Internet che ormai stà tastiera ha i solchi e forse lacrime essiccate dentro.Ormai so tutto su quella sua Patologia,su questo macigno che ci è caduto addosso,con la differenza che Lei non se ne rende conto.Ne so anche di più del mio medico di base,che mi serve solo a stamparmi impegnative per scoprire tutte le varianti di questo assassino,col quale combatto una battaglia persa,lo so. Sto tornando solo,ma di una solitudine che non vuoi,perchè è imposta,non scelta. Mi scrive un amico:"Sai,in questi giorni mi ritrovo da solo sulla mia spiaggia,ad ascoltare in silenzio la risacca del mare.Mi piace così tanto che non penso neanche al kayak o alla pesca...E mi ritrovo bene con me stesso...Non so se rendo l'idea". La rendi,la rendi,amico mio.Me la ricordo benissimo quella pace interiore...E credo che a me ,ora,la vita presenti il conto,proprio per averla vissuta.Sembra quasi una maledizione ancestrale,un "peccato originale",niente è dato per niente,"dovrai soffrire"... "Bisogna dare stimoli",dicono i sacri testi,fare in modo che il paziente non si fermi a metabolizzare,magari solo con se stesso... E così ieri me la sono portata via,non le ho detto niente finchè non ha capito che non si tornava a casa,dopo la spesa. "Dove andiamo?" A Lei,che era sempre pronta a fuggire con me,a Lei,la mia Compagna di vita..."Sssshhh...Oggi si va via,sorpresa...". Mi fermo in quella botteguccia di dieci anni fa.Sempre lo stesso uomo,lo stesso cartello di dieci anni fa ormai scolorito che promette "panini con prodotti locali". Ci fa 2 panini che sembrano incinti,con tutto l'amore possibile,poi ci costringe ad assaggiare un pane Carasau che non si trova da nessuna parte se non lì(è vero),per avere pace dalle sue attenzioni gli prendo anche un vasetto di fave sott'olio... E via verso Stintino,la Pelosa,Capo Falcone che già conosciamo ma ti riempiono sempre...Solo che non c'è nessuno,sono 28° in questo meraviglioso Ottobre sardo,e non c'è nessuno. So che i miei amici ogni tanto vanno con i kayak a "Coscia di Donna",VOGLIO andarci anche io,VEDERE,è lì vicino,mi spiegano.Sono 2 anni che vorrei andarci... Una sbarra inesorabile mi ricorderà che non sono atto a vederla. La fame aumenta,vorrei mangiare e bermi una grande Ichnusa all'Argentiera,che ricordo come meravigliosa archeologia industriale,dismessa dal 69',un posto magico.E tragico. Stanno restaurando,finalmente,anche se i vecchi loculi dove vivevano i minatori si stanno trasformando in loculi estivi per novelli barbari...Ci hanno fatto persino un mega-ristorante che promette"Orgia di pesce",naturalmente chiuso.Vicino una rosticceria pizzeria,vicino al silenzio che odora di sudore e fatica di quei minatori,sepolti nel cimitero della miniera,a pezzi. Le vecchie tettoie sostituite(ma chi è il responsabile?)da perlinato di legnaccio dipinto di impregnante,che se durano 2 anni è un miracolo... Non ci sono più-nella piazzetta-le due costole di balena poggiate per terra,in compenso il cemento sta facendola da signore,e il tutto viene "nobilitato" da tinte ocra,tanto perchè Porto Cervo insegna come si fa. La desolazione,peggio di prima. Apro la mia Dacia,dietro si trasforma in Trattoria...Una poltroncina per Lei,io seduto dentro ad apparecchiare.Il panino gravido fa la sua riuscita,l'Ichnusa spumeggia ancora fresca,attorno a noi la vecchia miniera dell'Argentiera con le sue rocce color nero-corvino,ovvero con riflessi di blu oltremare metallici.Qui e là vecchie grotte scavate dall'uomo come buchi neri dove perdersi.Il mare è silente,sembra complice di una atmosfera che ti invita a pensare a te stesso,forse a perderti,se ce la fai. Dopo aver raggiunto uno scoglio gattonando con un male alle ginocchia che te lo raccomando,il mio artificiale sta facendo il bagno,in un'acqua talmente limpida che solo un pesce fuori di testa abboccherebbe...O annegherebbe? Il silenzio è interrotto dal SUSSURRO di 2 cicloturiste,che-con la mia presunzione-battezzo francesi=età media,non affascinanti,misure sotto la 3a,ma con un certo spirito vitale. Ci salutiamo,sono felici,e si vede,e questo basta. Si mangeranno il loro panino,sedute su quella meravigliosa spiaggia di ciotoli scuri,lo sguardo oltre quel blu oltremare... Se ne andranno,dopo averci chiesto "di una strada" che porta lontano. Lo stesso panino,forse,ma loro hanno un sorriso in più...Che a me manca,e non lo trovo. Mario.