venerdì 31 agosto 2012

CA' DI BARNE'RD...
 
Ovvero "Casa dei Bernardi".
Ci sono Posti al mondo,persone,fatti,cose,che riconosci subito quando si presentano.
Non so perchè.
Non credo che uno li abbia vissuti in una vita precedente,anche se mi piacerebbe fosse così...
Mi basta riconoscere una intesa immediata,genuina e pura,libera da ogni preconcetto,insomma una intesa che non ha prezzo,semplice e naturale e che riconosci non so perchè,forse frutto di desideri,sogni,quasi un inconscio che non conosci?E perchè?
Meglio così,un pizzico di mistero non guasta,troppe sono le "certezze"(?)che ci hanno inculcato(che siano false e quindi non ci bastano?),troppe le domande frutto delle nostre insicurezze("Che colore mi consigliate per la mia futura macchina?")forse troppe le complicazioni a questa nostra vita,in realtà semplice,ma nella quale-forse-manchi solo tu...
Lei mi era già apparsa in una apoteosi di luce.Avevo camminato a lungo,da quelle parti,sull'Appennino emiliano,in mezzo al buio di un bosco di Castagni,Carpini e Roverelle,ancora camminavo bene,e il mondo era mio.Lei era una casa,ma non una casa qualunque.Disabitata da chissà quanto,solitaria e sorniona,mi aveva parlato col suo silenzio secolare,come secolare era l'Olivo lì vicino.
Quattro Acacie enormi le facevano ombra,e attorno la pace,luminosa e quieta di una natura che non conosceva ancora violenza.Mi parlava con i suoi muri di pietra,probabilmente eretti da quei "Mastri Comacini" nel 1400,pietra su pietra,muri di 60 cm.,riempiti in mezzo di argilla e paglia.Ricordo che rimasi senza fiato,ma la girai tutta torno- torno,poi entrai in quella porta gentile...Aperta.
Un immenso caminetto nella stanza,una cantina piano terra piena di vecchie botti vuote,poi una scala malconcia che portava a due camere sopra,vuote e silenziose e...Color rosa nei muri,un rosa ancora intenso,forse di chi se ne era dovuto andare da lì troppo presto...
Dentro di Lei niente."La veste dei fantasmi ...Cadendo lascia un quadro immacolato",pensai.
Ma aveva anche un forno,interno,complice.
Pensai a lungo a quella casa,venivo da una esperienza da "eremita" in quel bosco,che mi bastò e mi riempì finchè non conobbi Gil,e un suo bacio in mezzo a quel bosco,in un rudere che di buono aveva ancora il tetto,e la corrente elettrica per i miei attrezzi da falegname.Erano passati diciotto mesi di astinenza,NON monastica,laica.
Allora non fui più "io",ma "NOI",seppur ognuno con i suoi guai.E quella casa,Cà di Barnèrd,diventò il nostro nido d'amore.Appoggiai una mano,la mia,contro il muro imbiancato,con una matita segnai il contorno,poi dipinsi l'interno di rosso vivo.Io esistevo.
Mi trasferii là,per gentile concessione di uno che di roba ne aveva troppa,dopo una settimana avevo costruito un bagno,tutto rosa dentro una camera rosa,una vasca con i piedi di leone in mezzo,e finalmente l'acqua calda(finalmente riconosciuta) con un boiler a legna che esplose due volte prima che io capissi dove avevo sbagliato,un water che funzionava(prima usavo il badile e facevo una buca dove capitava)un letto in ferro raccattato da un trovarobe che assisteva alle nostre notti di passione,le tendine di merletto fatte da Lei,non dormivo più solo come un cane attaccato al caminetto.Dopo un mese avevo anche il telefono,con 16 pali in legno piantati da mamma telecom...Per sentirla,per non essere troppo distanti...Per essere vicini anche quando Lei era lontana.Mesi di passione che diventò poi Amore,nel riconoscerci.Lei d'inverno si faceva quei tre chilometri a piedi per arrivare,con la neve.Mai una Donna per me aveva fatto tanto.E trovava quel caminetto acceso,una vecchia asina che avevamo salvato dal macello e addottato insieme a riempirla di amore,e che Lei ricambiava con le sue coccole,un caffè mai bevuto prima di fare l'amore,perchè le nostre idee erano decisamente chiare...
Ce ne dovemmo andare,perchè Ca' di Barnèrd doveva servire non solo ad un guardiacaccia schiavo del padrone,ma sopratutto perchè qualsiasi Amore diverso fa paura...Si sa mai...Sopratutto se non legalizzato,ma LIBERO.
Raccogliemmo le nostre quattro cose.Io scrissi con un carboncino preso dal caminetto,sulla parete bianca come l'innocenza"IO QUI HO VISSUTO".
Lei si era portata dietro un nastro colorato...Andò a legarlo nel ramo principale del vecchio Olivo,poi rimase lì pochi secondi,in silenzio,la sua mano appoggiata su quel tronco.
Mario e Gil.
 
 
 
 
 
 

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