domenica 2 febbraio 2014




Da bambino-troppo piccolo per ricordarmi,infatti me lo ricordava mia
madre-in una culla vicino al muro passavo ore a grattare con le dita
l'intonaco...
NON lo mangiavo,quindi non era carenza di sali minerali...
FORSE,già allora,avevo bisogno di scoprire "Cosa c'era dietro",ovvero il
"Perchè delle cose"...
Poi,cresciuto un pò-e questo me lo ricordo-dopo le solite violenze,quando
avevo finito di piangere mi dicevo che avrei voluto nascere orfano e
sterile.
Bòn,sterile lo sono diventato poi,grazie ad una vasectomia fatta quando
ancora c'erano 2 anni di galera per chi la faceva e per chi se la faceva
fare.
Poi ho combattuto anni ed anni per "diventare orfano",riuscendoci solamente
verso i 35 anni quando ho mandato a cagare tutti,parenti di 1° e altri
gradi.
Mi hanno sempre tacciato di egoismo per questo,e ancora continuano,ma era
per me un problema di soppravivenza pura...D'altra parte,come scrive Osho
più sotto,non ho avuto una fondamentale fortuna...Quell'1%...
Naturalmente"Ogni scelta comporta una rinuncia",quindi ci sono stati e ci
sono pro e contro...Ma,volendo col  senno di poi fare una verifica,sono
contento di averlo fatto,lo rifarei,semmai PRIMA,senza buttare via gli anni
"migliori" della mia vita.

Ho sempre ritenuto giusto quanto qui sotto riportato,(anche se la mia
esperienza vissuta per poco in una "comune" mi ha dimostrato che ero e sono
troppo selvatico
per accettare regole di qualsiasi genere.).

Mi piace e mi conforta aver trovato Chi mi ha fatto sentire meno solo,sempre
considerando che la "solitudine" è un'ottima dieta,per stare meglio,quando è
scelta e non imposta.

Ciao,un abbraccio a tutti/e,
Mario.




"La famiglia non ha più importanza per la nuova umanità che sta nascendo. La
famiglia è stata un aiuto perché l'uomo è sopravvissuto grazie ad essa, ma è
anche stata molto dannosa perché ha corrotto la mente umana. In passato non
si poteva scegliere qualcosa d'altro. In futuro non esisterà un modello
fisso. Alcune persone sceglieranno ancora di avere una famiglia e dovranno
avere la possibilità di poterlo fare. Sulla terra esistono pochissime
famiglie, forse meno dell'uno per cento, che sono famiglie bellissime e
benefiche all'interno delle quali l'individuo può crescere. In queste
famiglie non esistono autorità, potere o possessività. I bambini non vengono
distrutti, la moglie non cerca di annientare il marito e il marito non cerca
di annientare la moglie. Sono famiglie dove regnano amore e libertà. Ma
nella grande maggioranza dei casi la famiglia è qualcosa di orribile.
Qualsiasi psicanalista vi potrà confermare che ogni sorta di malattia
mentale, di nevrosi, di psicosi, si sviluppa a causa della famiglia.  La
famiglia crea un essere umano patologico. Una buona alternativa alla
famiglia è la comunità. Le comunità sono gruppi di persone che vivono in una
famiglia fluida. I bambini appartengono alla comunità quindi a tutti. Non
esiste proprietà, non esiste Ego. I bambini conosceranno un'ampia  varietà
di persone e avranno una maggiore oppportunità di crescere. In una famiglia
tradizionale il bambino cresce con la madre e il padre, per anni queste sono
le uniche imagini di essere i umani. e naturalmente il bambino finirà per
imitare i genitori perpetrando nel mondo lo stesso tipo di nevrosi di questi
ultimi. Diventano quasi una fotocopia perché i bambini non hanno la
possibilità di conoscere modelli diversi dai propri genitori. Se in una
comunità vivono cento persone ci saranno molti uomini e donne ed il bambino
non sarà ossessionato da un solo modello di vita. Potrà imparare un po' da
tutti e avrà un'anima più grande. Le famiglie schiacciano lo spirito delle
persone. Avere un unico modello femminile è estremamnete distruttivo perché
il bambino, maschio in questo caso, passerà il resto della sua vita a
cercare una copia della madre. E probabilmente quella copia, amesso che
venga trovata, è proprio la persona che si sarebbe dovuta evitare. Tutti i
bambini sono intimamente arrabbiati con la madre, perché la madre deve porre
dei limiti deve rifiutare per forza di cose. Il bambino prova rabbia,
rancore, ma allo stesso tempo deve amarla perché essa rappresenta la sua
sopravvivenza, la fonte di vita e di energia. E quindi apprende ad amare ed
odiare allo stesso tempo. Questo diventerà il modello una volta adulti. Si
amerà e odierà contemporaneamente la propria donna. E per le bambine è lo
stesso, cercheranno un marito che sia come il padre. Ma il padre non è
l'unica persona al mondo. La donna dovrebbe cercare qualcosa di nuovo, un
uomo diverso, adatto a lei, ma non ha nessuna immagine maschile dentro si sé
ad eccezione di quella del padre. In una comunità il bambino avrà un'anima
più ricca, conoscerà e frequenterà diverse persone e non solo il padre e la
madre biologici. La famiglia crea ossessioni. Se tuo padre sta litigando con
qualcuno e vedi che ha torto, devi comunque stare dalla sua parte, perché
"nel torto o nella ragione, la patria è la patria, il padre è il padre, la
madre è la madre". Andare contro di lui sarebbe percepito come un
tradimento. E quindi impari ad essere un uomo ingiusto, a parteggiare, pur
sapendo di essere dalla parte del torto. Impari l'iniquità. In una comunità
il bambino sarà mai troppo attaccato alla famiglia biologica. Riceverà
l'amore da più fonti, diverrà un individuo più equo ed equilibrato. La
famiglia tradizionale esige il monopolio, ti insegna il conflitto con le
altre famiglie, con il vicinato. Ti chiede di essere sempre dalla sua parte,
devi combattere in nome della famiglia e per difenderne l'onore. La famiglia
ti insegna l'ambizione, il conflitto, l'aggressività. In una comunità
persino marito e moglie sono dei grandi amici. Se non sono più felici, si
separano senza traumi e senza conflitti. Nella famiglia ci si abitua
all'infelicità. Mai bisognerebbe tollerare l'infelicità, nemmeno per un
istante, ma si viene abituati a questo fin da piccoli, a tollerare
l'infelicità. L'individuo non dovrebbe restare dove non c'è gioia. L'amore è
come il vento se c'è c'è, se non c'è non c'è. Non si può manipolare, non si
può trattenere. La vita deve essere fluida. I bambini appartengono
all'esistenza, non alla propria famiglia. La comunità nel suo insieme e con
tutte le diverse e compelmentari capacità si prenderà cura dei bambini. In
una famiglia anche quando l'amore c'è, non si vede, viene nascosto alla
vista dei bambini. La mancanza di amore in casa, rende gli individui aridi,
non ci sono altre fonti a cui attingere. L'amore perché possa accadere in
età adulta, deve prima essere visto, toccato. Se vedi tuo padre e tua madre
che si amano profondamente e si prendono cura l'uno dell'altra con piacere
dedizione e comprensione allora dentro di te accade qualcosa, cade un seme
che poi crescerà. Ma se l'amore non l'hai visto, come può succedere a te ?
Farai di tutto perché non succeda. Nel proprio inconscio le donne ripetono
"Lo vedi mamma ? Sto soffrendo come te. Sono una brava figlia", e gli uomini
"Lo vedi babbo ? Sono infelice come te, non ti ho tradito". E quello che i
genitori hanno fatto con te lo rifarai con i tuoi figli. Ogni generazione
passa le sue nevrosi alla generazione successiva. L'uomo non può essere
felice senza libertà, ma la vecchia struttura familiare ha distrutto la
libertà, ha protetto il corpo ma ha distrutto l'anima. Il Dr. Thomas Gordon
sosteneva, e sono perfettamente d'accordo, che tutti i genitori sono
potenzialmente dei "violentatori di bambini", perché l'educazione avviene
attraverso il potere e l'autorità. Già il modo di dire "Quello è il MIO
bambino" è di per sé violento. Il bambino non appartiene ai genitori,
appartiene all'esistenza. I genitori sono solo degli strumenti con cui la
natura li mette al mondo. E invece l'intera idea di famiglia si basa sul
possesso e il possesso è un veleno. Per questo sono contrario alla famiglia
e favorevole alla comunità. La vita può essere un paradiso qui e ora, ma le
barriere vanno eliminate e la famiglia è una delle barriere più grandi."
(Osho)-Da "Fulltime".

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4 commenti:

  1. Leggerti.... mi costringe a riflettere..... non sempre condivido pienamente quello che scrivi...... ma, passare un pò di tempo in Tua compagnia è veramente un piacere
    ciao

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    1. Grazie Andrea,lo stesso vale per me,quando ti leggo...
      M.

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  2. Mario ...le tue riflessioni fanno davvero sempre riflettere (scusa il gioco di parole).
    Amicizia non vuol dire condividere sempre cio' che un amico dice ,ma vuol dire rispettarlo e saperlo ascoltare,anche io come Andrea non posso affermare di condividere al 100% cio' che hai scritto ma riesco comunque a comprenderlo e a rispettarlo riconoscendomici in parte....
    Ogniuno di noi affronta la vita dalla sua angolazione che e' data dal vissuto che ogniuno di noi ha ......ma le persone speciali si contano sulle dita di una mano e te sei una di queste
    Sono felice di avere il privilegio di esserti amico

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  3. Grazie Ragazzi...E' una vita che cerco questa amicizia,al di là del libro Cuore...
    Mario

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