domenica 14 agosto 2011


DUE POPPE

Un catamarano ha 2 scafi,quindi 2 prue e ...2 poppe.

Tangaroa,grande catamaranone di 10,81 metri,uscì dal mio utero mentale costruendo le sue paratie in quella cantina,ormai saturo di sogni castrati.
Ero alla ricerca di una barca da costruire,che esorcizzasse ciò che gli altri volevano da me,una "pazzia" da FARE,per dimostrare a me stesso che "si poteva fare",in maniera DIVERSA...

SE non l'hai mai fatto,ti auguro di trasformare un giorno linee di un progetto su un foglio di compensato marino,a trasferire la tua follia su un foglio di legno,a scoprire che si può fare.
Dolci e decise serate in quella cantina,a tracciare e tagliare linee per trasformarle in una barca,come un animale selvatico a salvarsi da lei,da loro,la loro televisione,il loro annichilimento passivo volto a trasformarmi in un oggetto da usare.

Riuscii a scappare in tempo,portandomi dietro quelle paratie costruite di notte,sorella notte.

James Wharram,l'Irlandese progettista di quel sogno,mi aveva colpito sopratutto per una sua frase,quando cercavo Quella barca:"...Forse non sai ancora che una delle poche cose che ti è rimasta e che ti è ancora consentita,è costruirti una barca,con le TUE mani..."
Vero,il James allora(1980)aveva venduto disegni per posta,seimila suoi catamarani erano stati realizzati,e navigavano.Lui non era/è uno che disegna in poltrona:ci naviga,sui suoi progetti.
Da giovane(si parla di 40 anni fa)partì con un suo catamarano fatto con ritagli di compensato marino provenienti da scatoloni di imballaggio.Si fece l'Atlantico con quello(sette metri e mezzo)con due donne a bordo.Una partorì ai Caraibi,entrambe sono rimaste a condividere i suoi sogni,realizzati...
Ma questo è un altro discorso.

Tangaroa,con molti incidenti di percorso,lentamente andava avanti.Lo scheletro di uno dei suoi due scafi rimase fermo sei mesi,per mia stupidità.Rinacque dentro un negozio nei Lidi Ferraresi,tagliato di un metro perchè nel locale non ci stava,neanche se invadeva il bagno nel retro,era troppo lungo,per finirlo lì.
Vide l'acqua sul greto del fiume Savio,fu varato A MANO su dei pali ,da 23 Persone che mi portarono in omaggio "festivo" ciò che avevo loro chiesto:pasta,spaghetti e maccheroni per riempire quelle enormi stive.Tutto il resto sarebbe risultato blasfemo.Tre tonnellate di sogno,realizzato.
Fu costruito "a digiuno",nel senso che quei pochi soldi che c'erano facevano la nostra fame,per trasformarsi in legno,legno su legno,per 12 mesi ininterrotti.
Ho sempre sostenuto(da allora)che una onorevole "miseria"vale estremamente di più del "vendersi",utòpica consolazione di fronte a Tangaroa che mi salvò la vita ma naufragò per mancanza di soldi...
Ma questo è un altro discorso.

DUE POPPE nacque quasi come rivalsa.Ero pieno di soldi,allora,avevo venduto un Ambulatorio veterinario sopratutto perchè non mi riconoscevo più(E dai!)come "persona per bene".Basta,era durata anche troppo "Basta approfittarsi/accondiscendere/fare soldi grazie alle nevrosi dei proprietari di piccoli animali in una città".Lasciamolo ai falsi,la mia coerenza non è mai stata una brioche...
Due Poppe riuscì bellissima,vele fatte da un Velaio Inglese ,di Dacron(non come quelle di cotone regalatemi da Vittorio-bontà sua-),legni usati senza parsimonia,le "ferramenta "di acciaio inox,qualche "viziaccio" in più,come le bitte in Teack costrite da solo,un motore fuoribordo da 5 cavalli,nuovo(Non come quel 20 cv.fuso di Tangaroa,anche quello regalo di un grande amico),insomma:un gioiello,altro sogno realizzato,in dieci mesi di lavoro.

Questa volta fu varata da una "macchina",non da 23 Persone su dei rulli di legno.Toccò l'acqua,vi si immerse fino alla linea di galleggiamento che era proprio quella del progetto,sembrava respirasse di felicità e benessere.Quando-ennesima verifica per me-sollevai il pagliolo di sentina,come nelle altre Creature costruite ,solo polvere vecchia e qualche trucciolo di pialla rimasto.Niente acqua.

Non so-ma te lo auguro-SE hai mai "chiuso il gas" e te ne sei andato.Prima di morire,prova a farlo,qualsiasi mezzo e meta tu abbia.Prova ad inseguire un sogno,qualsiasi esso sia.Meglio se fuori dagli schemi,solo tuo.

Andammo via,Due Poppe,Gil,io e Shasha(bastardina di pelo ruffo).A cercare "Una casa sull'acqua",non trovata allora ma quattro anni dopo,su "Prana",altra barca fatta da noi(6 metri),altri tre mesi e passa a farci godere con quello spirito di adattamento che se berlusconi dovesse farci i conti schiatterebbe anche con la fiducia comprata...
Ma questo è un altro discorso.

Un pezzo del Po di Gnocca,poi l'Idrovia Veneta,con le sue chiuse simil-napoleoniche che Gil affrontava abbracciando stretta una briccola sempre più sua,la corrente dei canali e dei fiumi sempre viva e sempre mai uguale,le mie maledizioni(ebbene sì,lo confesso)per il traffico e il moto ondoso a Venezia,dove vanno più forte che sulla A14,i Cigni maschi a venirti addosso a proteggere la prole sul Sile,i tramonti di nebbia rosa e le albe col canto delle Tortore,due Ragazzi meravigliosi a cui avevamo rubato,nel canale dietro Torcello-il loro posto per fare l'amore,non volendo, col nostro ormeggio in quella pace ancestrale.Lui muratore,lei cameriera,ci sfrecciarono davanti sul loro "Batlìn" con un enorme materasso rosa...In Laguna non si fa l'amore in macchina,lo si fa in barca.Così come le chiacchere con loro si facevano sul ponte di Due Poppe,a sera,quando smontavano dall'orrido vero e si mangiava insieme,il nostro fornello a gas a cucinare da mangiare quello che loro ci portavano,chiacchere piene di pianto come quando ce ne andammo da lì,ad inseguire un sogno che è già stato di Ulisse:andare,sempre,per conoscere.Andare avanti.
Il fiume Stella,meraviglioso spettacolo di acque di sorgiva,con quell'alberone possente di Gelso che faceva cadere le sue more brune e succose in quell'acqua piena di trote,quell'acqua che potevi navigare per chilometri,perderti nelle sue anse,purtroppo allora popolate da tedeschi su megayact a motore che non erano potuti andare in Jugoslavia(poveretti)causa guerra in corso...E quei due ragazzi olandesi,lui ed lei,su un motoscafino cabinato di 5 metri,a fare il bagno lì,di notte,nudi come verità mai riconosciuta,ad augurarci la buona notte...
Ti auguro di conoscere QUANTO lasci per lasciare all'alba un ormeggio sicuro e pieno di comunione di amorosi sensi per "andare oltre"...Lasci lì un enorme rimpianto,conscio che "E' giusto partire con qualche rimpianto.Serve,per ricordare meglio"(Bernard Moitessier).
E giorni e giorni di sosta dentro un "Casòn" di cannuccia su una isoletta(Motta)nella laguna di Marano,arrivati lì proprio perchè lo volevi,perchè era una vita che sapevi che c'erano,e VOLEVI provarci."Queste sono le chiavi",ci disse Cio."Vi faccio la spesa io,voi rimanete qui fino a quando volete"...12 giorni di incanti,di magie,il fuoco acceso nel mezzo del Casòn,verso sera,con su stoppie verdi,per le zanzare.12giorni fra ragazzi/e che vennero subito lì la 1a notte seguendo una voce in paese che denunciava la nostra pericolosa presenza...Vennero di notte,le barche cariche di vino e di vongole e di pesce.Facemmo l'alba a raccontarci dei nostri sogni da realizzare ,a prenderci in giro,ad ascoltarci,a dormire esausti tutti insieme,in quel Casòn.
La mattina piansi,lo confesso,quando loro dovevano tornare al loro "orrido vero",con la dignità di Operai,a mantenere da sempre chi ci toglie dignità.. .Lui mi disse,dopo averci abbracciato:"Non ci vedremo più...Ma è stato bellissimo conoscerci".

Ulisse,Ulisse...Meno male che sei-alla fine-tornato da Penelope.Sennò ero rovinato.(?).

Mario.








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