lunedì 15 agosto 2011


ULI'A


"Gilbè,se raglia come al solito perchè è viziata e non è ancora l'ora di portarle da mangiare,ignorala,altrimenti la viziamo ancora di più"...

Poi mi rendo conto che Ulìa non c'è più,e a noi ci vorrà del tempo per capire che non c'è più.
Aveva e ha ragione,Ulìa,ad un asino devi dargli di più,la tua presenza,sopratutto,continua.
Questa mattina è arrivata Lei,piccola grande Donna in grado di darle ciò che a me-sopratutto-sta venendo meno,giorno dopo maledetto giorno:i miei piedi non riescono più a portarle da mangiare,ad accarezzarla,a parlarle,a ridere.Mi ero perfino comprato a rate un triciclo a motore elettrico per arrivare da Lei.Si è piantato nel fango ad insegnarmi che non ce la faccio più.Che è ora di smetterla.Sì,Gil potrebbe farlo ancora,ma io e lei abbiamo un contratto non scritto nel quale si recita da 24 anni che "Tutto ciò che si fa ,si fa insieme,sennò niente".
Alcuni lo chiamano Amore.

E' andata a stare bene,questo è l'importante,da persone che hanno la COSCIENZA che un Animale-sopratutto in questa Terra Sarda-merita amore e rispetto ANCHE se non produce reddito.Dico questo perchè qui,come anche in altre Regioni,l'asino è sempre stato visto come animale atto(per la sua caratterialità) a SERVIRE l'uomo.Io non c'ero,con loro,gli asini,quando passavano tutta la loro vita al buio legati ad un palo e a farlo girare per tutta la loro vita per tirare su acqua da un pozzo o macinare con le mole il grano.Non c'ero quando venivano caricati nei basti attaccati alle loro schiene di quintali di cose,tutti i giorni.Non c'ero e non ci sono quando vengono USATI per ridere e giocare ancora oggi per le "corse"(?) alle sagre di paese...Fortunato?NON lo so,confesso,a volte,molte volte,mi manca il mondo di ieri,anche perchè-come minimo-non aveva le assurdità di oggi.
Già,sempre bello il mondo e la storia visti "col senno di poi".

SO,oggi,grazie al mio vissuto con Ulìa,come e come al solito un Animale mi abbia insegnato più di mille trattati su come fare a stare al mondo.Me lo ha insegnato guardandomi con i suoi occhioni scuri,annusandomi per capire in quel momento quale era il momento per capirci,quale il momento dei giochi e quale quello per crescere insieme,ognuno a modo suo,in simbiosi/rispetto per l'altro.Enormi le sinfonie di silenzi,pregni di significati,di lei e me,a guardarci per ore.Nessuno dei due a chiedere,paghi solamente di Sentirci.
Alcuni lo chiamano Amore.

L'importante è che sia andata a stare bene.Di questo sono sicuro,questo era per me importante,vitale.Lei non aveva colpe,solo io dovevo rimediare.
Grazie Iside,Tu l'hai capito.


Mario.

Nessun commento:

Posta un commento